9 Giugno 2017

Guerra del grano: blitz di agricoltori al porto di Bari

Guerra del grano: è iniziato dalle prime ore del mattino il blitz - annunciato nei giorni scorsi - al porto di Bari. Sono già un migliaio gli agricoltori, tra i quali molti giovani, che con i propri trattori hanno lasciato le campagne all'alba per partecipare alla mobilitazione nei pressi del porto di Bari, divenuto purtroppo negli ultimi anni, il vero granaio d’Italia, principale varco di accesso del grano straniero da spacciare come italiano, perché ad oggi non è ancora obbligatorio indicarne l’origine nella pasta.

A far scoppiare la guerra del grano (#guerradelgrano per seguire la mobilitazione via Twitter) è il provocatorio arrivo nel porto di Bari di una nave di 256 metri proveniente da Vancouver, carica di 50.000 tonnellate di grano da scaricare in Italia, proprio alla vigilia della raccolta della produzione nazionale. Ovviamente un oltraggio insopportabile per i coltivatori italiani, che quindi non riescono a vendere al giusto prezzo il proprio grano, sotto l’attacco proprio in questo momento delle speculazioni che hanno praticamente dimezzato le quotazioni su valori più bassi di 30 anni fa, con la perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro e il rischio desertificazione per quasi 2 milioni di ettari, il 15% della superficie agricola nazionale.

“Ci vogliono cinque chili di grano per un caffè”, “No grano no pane”, “Stop alle speculazioni”, “Il giusto pane quotidiano”, “Basta inganni subito l’etichetta di origine del grano sulla pasta” sono solo alcuni degli slogan dei manifestanti presenti al porto di Bari, che dalle prime luci dell'alba stanno denunciando una situazione drammatica con le importazioni massicce e incontrollate di “grano giramondo”. Il nostro Paese è il principale produttore europeo e secondo mondiale di grano duro destinato alla pasta con 5,1 milioni di tonnellate su una superficie coltivata pari a circa 1,4 milioni di ettari che si concentra nell’Italia meridionale, soprattutto nelle regioni Puglia, Sicilia, Marche e Basilicata.