24 Novembre 2017

Giovani: “Migrazione e Agricoltura Transfrontaliera” se ne parla al Villaggio delle Idee

Torna al Villaggio contadino di Coldiretti sul lungomare Caracciolo Rotonda Diaz a Napoli l’appuntamento con il Villaggio delle Idee, un momento per le giovani generazioni di unirsi e riflette insieme sul futuro del food. Un percorso nel quale oltre 150 giovani incontreranno i produttori per scrivere insieme nuove proposte che, integrando il digitale e le nuove tecnologie, recuperando saperi, vecchi e nuovi, vogliono abbracciare la complessità del futuro in un rapporto che non può essere separato dai destini e dalle volontà degli agricoltori e delle comunità locali.

Si parlerà di “Migrazione e Agricoltura Transfrontaliera”, un tema che per dimensione ed impatto riguarda tutti da vicino e spinge ad una riflessione a tutto tondo su quello che sarà il futuro e l’evoluzione del nostro Paese, dove l’agricoltura rappresenta un tavolo di prova importante per misurare la nostra capacita di integrare nuove culture in contesto già ricco di tradizioni e ben radicato.

Povertà, insicurezza alimentare, mancanza di occupazione e opportunità, accesso limitato alla protezione sociale, esaurimento delle risorse naturali e gli impatti negativi del degrado ambientale e del cambiamento climatico, sono tra le principali cause della migrazione. Un fenomeno che negli ultimi anni sta aumentando a livello esponenziale: il numero di migranti internazionali nei Paesi di destinazione, soprattutto quelli ricchi, sembra non volersi arrestare e con esso cresce anche la percezione negativa del fenomeno soprattutto come minaccia all’occupazione locale. Tuttavia, se consideriamo l’invecchiamento della popolazione e i bassi tassi di fertilità proprio in questi Paesi ad alto reddito, la migrazione potrebbe offrire vantaggi sia per i luoghi di destinazione che per quelli d’origine.

I flussi migratori rappresentano storie di lavoro e fatica, di vite alla ricerca di un futuro migliore: di vite e lavoro di persone che producono ciò che mangiamo. I processi di produzione del cibo sono sempre più nascosti da pubblicità, brand, marchi, racconti, che fanno dimenticare a che prezzo e dentro quali rapporti sociali i beni agricoli diventano disponibili.

Saranno 4 i tavoli di confronto:

  • Evoluzione multiculturale del gusto  

 

    1. Migrazione può significare ricchezza culinaria e mash-up culturale di sapori e tradizioni di cucina che possono convivere in maniera sostenibile e interessante sul territorio italiano.
  • Nuove frontiere dell’export  

 

    1. Di recente si è verificato un certo aumento delle esportazioni di prodotti verso i Paesi in Via di Sviluppo, fatto che ha rilevato la necessità di acquisire sempre nuove e diversificate competenze per intrattenere i rapporti con questi Paesi.
  • Filiere trasparenti  

 

    1. Da dove arrivano i prodotti che portiamo in tavola? Capire tutti i processi della filiera potrebbe aiutare a contrastare fenomeni di sfruttamento della manodopera come il caporalato e ad apprezzare esperienze di integrazione e magari successo che hanno per protagonisti i migranti.
  • Sapere e sapori migranti

 

I migranti sono spesso visti come il motore del lavoro contadino e dunque possono essere fonte di conoscenze, tecniche, competenze e saperi sempre più necessari all'agricoltura, alla società e al Paese che cambiano e si evolvono.

“L’immigrazione rappresenta un tema di cronaca giornaliera oramai parte integrante del DNA delle nuove generazioni” - ha dichiarato Maria Letizia Gardoni, delegata nazionale Coldiretti Giovani Impresa. “Troppo spesso si ha la tendenza a diffidare di ciò che è diverso da noi senza pensare invece che una corretta integrazione possa rappresentare una fonte di arricchimento non soltanto in termini di risorse ma anche di saperi, come già avviene in tante giovani imprese agricole italiane. Per questa ragione come giovani ci stiamo interrogando su come rapportarci al fenomeno migratorio in un’ottica di crescita e di benessere collettivo”.