15 Marzo 2017

Giovani agricoltori, per il 50% accesso alla terra il principale ostacolo

Italia leader in Europa nel numero di giovani agricoltori, con ben 50.543 imprese condotte da under 35 a conferma del crescente interesse delle nuove generazioni per il lavoro in campagna. Nonostante ciò tanti ancora gli ostacoli alle aspirazioni dei tanti giovani che vogliono lavorare in agricoltura a partire da un’eccessiva burocrazia, l’accesso al credito ma soprattutto la disponibilità dei terreni. Secondo una indagine Coldiretti/Ixè, infatti il 50% delle imprese agricole già esistenti condotte da giovani ha bisogno di disponibilità di terra, in affitto o acquisizione, il cui costo medio è di circa 20mila euro, un valore superiore a quello di Germania e Francia. Dietro il valore medio - precisa Coldiretti - si nasconde però una forte variabilità, con valori che partono dai mille euro all'ettaro dei pascoli della provincia di Catanzaro con un ettaro di frutteto o vigneto nelle zone di produzione più celebri, dalla Toscana al Trentino Alto Adige, che può andare da 500mila a oltre un milione di euro ad ettaro.

Tra chi fa dell’agricoltura una scelta di vita accanto al numero crescente di quanti hanno scelto di raccogliere il testimone dei genitori, la vera novità rispetto al passato - continua Coldiretti - sono le new entry da altri settori o da diversi vissuti familiari, i cosiddetti agricoltori di prima generazione, che hanno deciso di scommettere sulla campagna con estro, passione, innovazione e professionalità portando profonde innovazioni con attività che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo, ma anche l’agricoltura sociale, l’agribenessere e la cura del paesaggio o la produzione di energie rinnovabili.

“Con l’avvio dei bandi previsti dai piani di sviluppo rurale approvati dall’Unione Europea ci sono opportunità di insediamento nell’agricoltura italiana per almeno ventimila giovani fino al 2020”, ha affermato il presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “abbiamo di fronte una occasione forse irripetibile per sostenere il grande sforzo di rinnovamento dell’agricoltura italiana e la competitività delle impese, ma occorre un dialogo costruttivo con la pubblica amministrazione per rendere più agevole e veloce l’accesso alle misure previste”.

“Oggi i giovani agricoltori rappresentano la più grande comunità del cambiamento che ha investito in un settore considerato residuale facendone oggi il fiore all'occhiello del Made in Italy nel mondo grazie alla valorizzazione di principi quali innovazione, creatività, sostenibilità e rispetto del lavoro”, ha affermato Maria Letizia Gardoni delegata Coldiretti Giovani Impresa nel sottolineare che “dai campi non viene solo una risposta alla disoccupazione e alla decrescita infelice del Paese, ma anche una speranza alla sconfitta dei nostri coetanei che sono costretti ad espatriare”.