12 Aprile 2017

Festività di Pasqua: sulle tavole italiane menu tradizionale

Per molti italiani l’alimento tipico delle festività di Pasqua resta la carne d’agnello che quest’anno verrà servita in più di una tavola su due tra case, ristoranti e agriturismi. E’ quanto emerge da una analisi Coldiretti/Ixe’ in occasione della Pasqua 2017. Il pranzo delle festività di Pasqua è un appuntamento determinante per la sopravvivenza dei pastori poiché in questa occasione, si acquista quasi metà della carne di agnello consumata dagli italiani durante tutto l’anno. Un’occasione per ritrovare i piatti della transumanza tramandati da secoli (in Abruzzo agnello cacio e ova, il molisano agnello sotto il coppo, nel Lazio l'abbacchio alla scottadito) consentendo la sopravvivenza di un mestiere ricco di tradizione, che permette la salvaguardia di razze in via di estinzione a vantaggio della biodiversità del territorio.

Quest’anno portare la carne di agnello a tavola significa salvare il lavoro dei circa quattromila pastori terremotati, che non hanno ancora abbandonato le aree colpite dal sisma dove solo nei 131 comuni del cratere, sono allevate 213mila pecore e capre.

Il terremoto ha allontanato i turisti e ridotto le spedizioni verso le grandi città come Roma, dove storicamente vengono acquistati agnelli del centro Italia di grande qualità. Non è un caso che secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’ ben 1/3 degli italiani (34%) acquisterà carne d’agnello italiana e il 12% addirittura ha scelto di comperarla direttamente dal produttore, mentre solo il restante 6% non è interessato alla provenienza.  Per garantirsi acquisti di qualità al giusto prezzo, il consiglio è quello di preferire carne di agnello a denominazione di origine, quella garantita da marchi di provenienza territoriale o di rivolgersi direttamente ai pastori, quando è possibile. Sono 60mila gli allevamenti di pecore presenti in Italia, spesso concentrati nelle aree più marginali del Paese, per un patrimonio 7,2 milioni di animali, situati in maggioranza in Sardegna. Una tradizione secolare che viene trasmessa da generazioni a generazioni, ma si assiste anche da una crescente presenza di nuovi giovani pastori impegnati a garantire il presidio del territorio.