20 Aprile 2015

Expo Milano: top consumi vino in USA, ma crollano acquisti in Italia

A pochi giorni da Expo Milano, arrivano i dati secondo cui gli Stati Uniti sono diventati nel 2014 i maggiori consumatori di vino del mondo, davanti alla Francia e all’Italia, con un quantitativo annuo vicino ai 30 milioni di ettolitri. Ne è prova anche l’apprezzamento del presidente degli Stati Uniti Barak Obama per il vino ricevuto in dono dal premier italiano Matteo Renzi, durante la visita alla Casa Bianca.
Si tratta di un segnale importante per la promozione del Made in Italy all’estero, soprattutto proprio in occasione di Expo Milano 2015, che rappresenta una opportunità unica per spingere le esportazioni agroalimentari italiane che hanno raggiunto nel 2014 il valore record di 34,3 miliardi di euro (+2,4%).

Il vino rappresenta il prodotto agroalimentare Made in Italy maggiormente esportato per un valore di 5,1 miliardi nel 2014, con gli Stati Uniti che sono il principale mercato di sbocco extracomunitario delle nostre bottiglie, con un importo di 1,1 miliardi di euro, il massimo di sempre. L’Italia è il principale fornitore straniero di vino degli Usa, per un quantitativo di circa 2,4 milioni di ettolitri, superiore di 1 milione di ettolitri a quello dell'Australia, secondo paese verso il mercato Usa, che in passato aveva insidiato la leadership italiana. Negli Stati Uniti sono particolarmente apprezzati il Chianti, il Brunello di Montalcino, il Pinot Grigio, il Barolo e il Prosecco.

Le esportazioni sono determinanti per compensare il calo dei consumi interni di vino, che nel 2014 sono scesi al minimo storico attorno ai 20 milioni di ettolitri, con un taglio del 19% dall’inizio della crisi nel 2008. Sulla base dei dati Istat relativi all’uso e all’abuso di alcolici dal 2008 al 2014, nel corso degli anni sono aumentati solo i consumatori di birra (+0,1%), mentre sono diminuiti sia quelli di aperitivi, superalcolici e amari (-1,3%), ma soprattutto quelli di vino (-2,9%). Il forte calo nelle quantità di vino acquistate dagli italiani, è stato accompagnato dalla preoccupante crescita fra i giovani e gli adulti dell'abitudine al consumo di superalcolici, aperitivi e amari, lontano dai pasti e con frequenza occasionale, al posto del vino.
Questo cambiamento, in sintonia con la tendenza in crescita del binge drinking, pone l’attenzione sulla necessità di investire nella prevenzione, promuovendo la conoscenza del vino con il suo legame con il territorio e la cultura, così come uno stile di vita slow e di un consumo responsabile di alcolici, a partire proprio dalle giovani generazioni.