29 Aprile 2015

Expo 2015: Moncalvo, tradurre Carta di Milano in politiche

A pochi giorni da Expo 2015 si fa sempre più concreto il pensiero che occorre tradurre in responsabilità politiche gli importanti contenuti legati al riconoscimento dell’origine dei prodotti alimentari. È quanto afferma il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo, nell’esprimere apprezzamento per i contenuti della Carta di Milano, che prevede tra l’altro l’impegno verso "il cibo, un patrimonio culturale, e in quanto tale di difenderlo da contraffazioni e frodi, proteggerlo da inganni e pratiche commerciali scorrette, valorizzarne origine e originalità con processi normativi trasparenti”.

È ciò che sempre la Coldiretti ha chiesto e che ha portato l’Italia a svolgere un ruolo di avanguardia con un quadro normativo che proprio adesso la Commissione Europea censura - denuncia Moncalvo - con una nuova richiesta di informazioni supplementari rivolte alle autorità italiane e la minaccia di aprire una procedura di infrazione sulla legge nazionale n.4 del 2011 che stabilisce, attraverso il rinvio a successivi decreti per filiere, l’obbligatorietà di indicare in etichetta il riferimento, il luogo di coltivazione o di allevamento degli ingredienti utilizzati nella preparazione dei cibi.

Forte degli stessi risultati della consultazione on line realizzata dal Ministero delle Politiche Agricole, con il 96,5% dei partecipanti che ritiene necessario che l’origine debba essere scritta in modo chiaro e leggibile nell’etichetta, occorre rispondere alla Commissione Europea oltre che con motivate ragioni giuridiche, con l’appello - precisa Moncalvo - ai principi della Carta di Milano, in merito alla quale tutti hanno espresso ampio apprezzamento e condivisione ribadendo l’impegno ad aver cura e consapevolezza della natura del cibo di cui ci nutriamo, informandoci riguardo ai suoi ingredienti, alla loro origine e al come è dove è prodotto, al fine di compiere scelte responsabili. Si tratta di rendere effettiva l’adesione a queste motivazioni, aprendo un negoziato concreto con la Commissione Europea per tutelare l‘identità del patrimonio agroalimentare e far valere il diritto da parte di tutti i consumatori a una scelta libera e informata.