17 Settembre 2016

Etichetta alimentare, necessario inserire la provenienza dei prodotti

E’ positiva la reintroduzione dell’obbligo di indicare in etichetta dei prodotti alimentari lo stabilimento di produzione che va però al più presto accompagnato anche dall’indicazione obbligatoria della provenienza di tutti gli alimenti, come ha chiesto il 96,5% degli italiani sulla base della consultazione pubblica on line sull'etichettatura dei prodotti agroalimentari condotta dal ministero delle Politiche Agricole, che ha coinvolto 26.547 partecipanti sul sito del Mipaaf. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare l’entrata in vigore la legge di delegazione europea 2015 che prevede regole anche per l'etichettatura degli alimenti, che l'Italia dovrà adottare entro 12 mesi.

La scomparsa dell’obbligo di indicare in etichetta lo stabilimento di produzione era stata provocata – lo ricordiamo - dall’entrata in vigore il 13 dicembre 2014 delle norme europee sulla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori del Reg. UE 1169/2011. Tale regolamento consente però ai singoli Stati Membri, di introdurre norme nazionali in materia di etichettatura obbligatoria di origine geografica degli alimenti, qualora i cittadini esprimano in una consultazione parere favorevole in merito alla rilevanza della dicitura di origine ai fini di una scelta di acquisto informata e consapevole.

Questa opportunità, che è stata ora colta per l’indicazione dello stabilimento di trasformazione e di confezionamento, deve essere sfruttata anche per l’origine della materia prima impiegata, come appunto ha richiesto il 96,5% dei consumatori che ritiene necessario che l’origine debba essere scritta in modo chiaro e leggibile nell’etichetta dove ancora manca, dai salumi alle conserve vegetali, dai succhi di frutta fino alla pasta.
“L’operazione-trasparenza – ha dichiarato Maria Letizia Gardoni - è quella che che i giovani agricoltori di Coldiretti stanno portando avanti da diverso tempo. Tutelare e difendere i prodotti della nostra agricoltura significa tutelare il Made in Italy, quello vero e di qualità. Il compito dei giovani imprenditori agricoli è anche e soprattutto, quello di informare i consumatori riguardo ai prodotti che si apprestano ad acquistare: aiutarli a saper distinguere un prodotto Made in Italy, da un non italiano, significa guidare il consumatore ad un acquisto consapevole a tutela del vero Made in Italy, ma anche della propria salute”.