11 Ottobre 2016

Deflazione in agricoltura: -9% dei prezzi nei campi sebbene ripresa industria

La ripresa dell’industria non arriva nei campi dove si registra una profonda deflazione con quotazioni in calo del 9% a settembre rispetto allo stesso periodo della scorso anno. E’ quanto emerge da una analisi di Coldiretti relativa ai dati Istat della produzione industriale sulla base delle rilevazione dei prezzi agricoli dell’Ismea. Sebbene i positivi risultati della produzione industriale, i prezzi dei prodotti agricoli mostrano cali che vanno dal 28% per l’olio extra vergine d’oliva al 19% per i cereali fino al 9% per latte e formaggi molli, semiduri e fusi.

E’ dunque necessario che la ripresa industriale produca i suoi effetti anche sulle imprese agricole dove la deflazione ha effetti devastanti con quotazioni al di sotto dei costi di produzione in numerosi settori, dal grano al latte, che subiscono la pressione delle distorsioni di filiera e dal flusso delle importazioni selvagge. “Queste ultime, sottolinea Maria Letizia Gardoni Presidente nazionale dei giovani agricoltori di Coldiretti, fanno molto male al nostro comparto produttivo, dove tanti giovani stanno investendo, in quanto si basano su pratiche concorrenziali sleali che spacciano come Made in Italy prodotti che non hanno niente a che vedere con il nostro Paese. Tutto ciò è reso possibile dalla mancanza di indicazione chiara sull’origine in etichetta, un vuoto normativo da anni denunciato dalla nostra Associazione che permette di sostituire l’origine delle materie prime con quella doganale del prodotto finito, traendo così in inganno il consumatore”.

Con la deflazione a rischio – dichiara Coldiretti – c’è il futuro di prodotti simbolo del Made in Italy, ma anche un sistema produttivo sostenibile che - conclude Coldiretti - garantisce reddito e lavoro a centinaia di migliaia di famiglie e difende il territorio nazionale dal degrado e dalla desertificazione.