14 Ottobre 2014

Danni maltempo: speso quasi il triplo di prevenzione

Negli ultimi 20 anni, per riparare i danni di frane ed alluvioni è stato speso quasi il triplo di quanto è stato stanziato per la  prevenzione. E’ quanto emerge da una analisi Coldiretti, in occasione della tragedia di Genova e della Liguria, sulla base dei dati emersi alla Conferenza nazionale sul rischio idrogeologico, con circa 8,4 miliardi di euro di finanziamenti statali dati a politiche di prevenzione a fronte di una spesa 22 miliardi di euro, nello stesso periodo per riparare i danni causati da frane ed alluvioni. Il bilancio peraltro è ancora più grave se si considerano le vittime e tragedie familiari che frane e alluvioni hanno provocato.

Investire nella prevenzione è sempre più urgente a causa di precipitazioni, sempre più violente e frequenti per i cambiamenti climatici, in un Paese con più di 5 milioni di cittadini italiani che ogni giorno vivono o lavorano in aree considerate ad alto rischio idrogeologico e 6.633 i Comuni (82% del totale) che hanno all’interno del territorio aree ad elevato rischio di frana o alluvione. A questa situazione di fragilità territoriale non è estraneo il fatto che l’Italia ha perso negli ultimi 20 anni 2,15 milioni di ettari di terra coltivata per effetto della cementificazione e dell’abbandono che ha tagliato del 15% le campagne colpite da un modello di sviluppo sbagliato che ha costretto a chiudere 1,2 milioni di aziende agricole nello stesso arco di tempo.

Ogni giorno viene sottratta terra agricola per un equivalente di circa 400 campi da calcio (288 ettari): le zone esposte al pericolo di frane e alluvioni che riguardano ben il 9,8% dell’intero territorio nazionale. Per proteggere il territorio e i cittadini che vivono in Italia, si deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile dalla cementificazione nelle città e dall’abbandono nelle aree marginali, con un adeguato riconoscimento del ruolo, economico, ambientale e sociale dell’attività agricola.