21 Ottobre 2015

Da Expo 2015, il Porcetto Sardo Doc torna in tutta Italia dopo 4 anni

Dopo il suo debutto a Expo 2015, l’originale porcetto sardo Doc torna finalmente in tavola in tutto il territorio nazionale, dopo 4 anni di blocco totale, che gli hanno impedito di varcare i confini della Sardegna. È quanto afferma la Coldiretti - che ha messo in atto un vero pressing per ottenere una speciale deroga al fine di consentirne il consumo nell’ambito dell’area di Expo - nel commentare positivamente la decisione del Ministero della Salute di aprire all'esportazione del maialetto sardo proveniente da allevamenti certificati, fuori dall’Isola. Il successo dell’esperienza di Expo 2015, con l’apprezzamento generale e la grande richiesta dei visitatori, insieme alle garanzie sanitarie offerte e all’impegno degli allevatori sardi, hanno portato al via libera su tutto il territorio nazionale del porcetto sardo termizzato.

Era dall’11 novembre 2011 che il maialetto sardo non poteva varcava i confini dell’Isola, quando un decreto dell’Unione Europea sospendeva le autorizzazioni all'esportazione di carni suine fresche e insaccate sarde, a causa delle recrudescenza della peste suina africana presente in Sardegna dal lontano 1978. 6 giorni dopo, il 17 novembre, un documento emanato dal Ministero della Salute, chiarì che tale limitazione “riguarda la macellazione di suini allevati in Sardegna e la lavorazione delle relative carni, nonché la spedizione delle medesime e dei prodotti dalle stesse ottenuti, verso il restante territorio comunitario”. L’11 ottobre del 2014 veniva pubblicata sulla Gazzetta ufficiale europea, a firma del Commissario per la salute e le politiche dei consumatori, Tonio Borg, la proroga fino al 31 dicembre del 2018, del divieto di spedizione di suini vivi, sperma, ovuli, embrioni, preparati e sottoprodotti a base di carni suine dalla Sardegna.

Il porcheddu o porceddu, spesso italianizzato con il termine porcetto, è un classico della cucina pastorale sarda e si ottiene dalla cottura lenta e allo spiedo su graticole di un maialino da latte di 4 o 5 kg di peso o di 20 giorni, che viene aromatizzato con mirto o rosmarino dopo la cottura. Il via libera rappresenta un momento importante per iniziare un percorso che, in breve tempo, consenta di dimostrare l’esistenza di tutte le condizioni sanitarie per consentire le esportazioni anche dei cosiddetti lungo stagionati, così da sostenere un settore determinante e creare nuovi posti di lavoro in Sardegna.