10 Settembre 2014

Crisi, nel ricalcolo Pil anche recupero drogati e lucciole nei campi

Non solo droga e prostituzione, nel ricalcolo del Pil entra anche il recupero di tossicodipendenti, lucciole e detenuti che hanno trovato nelle aziende agricole una nuova opportunità di riscatto. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento ai nuovi elementi introdotti dall’Istat per il ricalcolo del prodotto interno lordo tra i quali entra finalmente anche l’economia buona e sostenibile con il valore aggiunto prodotto dalle nuove attività emergenti nelle aziende agricole come la produzione di energie rinnovabili (fotovoltaico e biomasse), le fattorie didattiche, gli agriasili, le attività ricreative come la cura dell’orto ed i corsi di cucina in campagna, l’agricoltura sociale per l’ inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, le vendite dirette anche nei mercati degli agricoltori cosiddetti farmers market, la sistemazione di parchi, giardini, strade e la cura del paesaggio.

Anche le nuove stime relative al settore agricolo hanno quindi contribuito all’aumento generale grazie alla determinazione con maggiore precisione del valore delle differenti attività connesse alla multifunzionalità agricola. Si è così notevolmente migliorata la stima delle produzioni secondarie e connesse del settore agricolo, che ha portato a una rivalutazione del valore aggiunto del settore pari al 7,5%, con un impatto positivo sul Pil di 0,1 punti percentuali.  Un risultato reso possibile grazie alla legge di orientamento (la numero 228 del 18 maggio 2001) fortemente sostenuta dalla Coldiretti, che ha di fatto rivoluzionato l’attività d’impresa nelle campagne italiane aprendo nuove opportunità occupazionali.

Gli imprenditori agricoli oggi si possono occupare di attività che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla loro vendita in azienda o nei mercati degli agricoltori, ma anche della fornitura di servizi alla pubblica amministrazione come i contratti realizzati da molti comuni per la cura del verde pubblico che spesso viene affidata agli agricoltori.  La crisi che ha colpito duramente l’Italia, ha anche moltiplicato e consolidato esperienze imprenditoriali e cooperative innovative capaci di conciliare solidarietà con il giusto reddito e nel 2014 si stimano almeno  mille e cento imprese e cooperative che praticano l’agricoltura sociale attorno alla quale gravitano oggi centinaia di migliaia di rifugiati, detenuti, disabili, tossicodipendenti.