23 Febbraio 2015

Crisi: il consumo di pane scende al minimo storico

Non è mai stato così basso il consumo di pane degli italiani, che è sceso nel 2014 al suo minimo storico con un quantitativo di circa 90 grammi, pari a meno di 2 fettine di pane al giorno (o 2 rosette piccole) a persona. È quanto emerge da uno studio della Coldiretti dal quale si evidenzia che nel 1861, anno dell’Unità d’Italia, si mangiavano ben 1,1kg di pane a persona al giorno. Da allora si è verificato un profondo cambiamento nel consumo di pane, con un progressivo contenimento nel tempo:

  • 1980 – circa 230 grammi a testa al giorno
  • 1990 – 197 grammi
  • 2000 – 180 grammi
  • 2010 – 120 grammi
  • 2012 – 106 grammi
  • 2013 – meno di 100 grammi.

A determinare il contenimento dei consumi è senza dubbio il cambiamento delle abitudini alimentari, ma anche il fatto che più di 4 italiani su 10 (42%) mangiano il pane avanzato dal giorno prima, con una crescente e positiva tendenza a contenere gli sprechi, favorita anche dalla crisi. Secondo l’analisi Coldiretti/Ixè, si evidenzia peraltro che appena una minoranza del 2% butta il pane superfluo. Diverse sono le tecniche utilizzate per evitare quello che, una volta, veniva considerato un vero sacrilegio:

  • il 44% degli italiani surgela il pane in eccedenza
  • il 43% lo grattugia
  • il 24% utilizza il pane raffermo per la preparazione di ricette, che vengono spesso dalla tradizione contadina
  • il 22% lo dà da mangiare agli animali
  • nel 5% delle famiglie il pane non avanza mai.

Complessivamente la spesa familiare per pane, grissini e cracker in Italia ammonta a quasi 8 miliardi all’anno, ma ad essere preferito è il pane artigianale, che rappresenta l’88% del mercato. Il suo consumo costante è però in forte calo, a differenza dei prodotti sostituivi del pane la cui domanda è molto cresciuta negli ultimi anni. Il prezzo del pane è peraltro fortemente variabile lungo lo stivale, con valori che raddoppiano tra Napoli (dove costa 1,90 euro al kg) e Bologna (3,95 euro al kg). Secondo i dati relativi al novembre 2014, nelle altre città il valore è di 3,51 euro al kg a Milano, 2,66 euro a Torino, 2,71 euro a Palermo, 2,48 a Roma e 2,83 a Bari.
Negli ultimi anni si è peraltro assistito a un ritorno al passato, con oltre 16 milioni gli italiani che almeno qualche volta preparano il pane in casa, secondo il rapporto Coldiretti/Censis 2014. Resistono però i pani tipici locali, in un Paese come l’Italia che può contare su oltre 300 varietà: dalla Ciopa del Veneto al Pane cafone della Campania, dal Perruozzo del Molise al pan rustegh della Lombardia, dalla Micooula della Val D'Aosta alla Coppia ferrarese dell'Emilia Romagna fino alla Lingua di Suocera piemontese. Non va dimenticato peraltro che l’Italia conta ben 5 tipi di pane riconosciuti dall’Unione Europea:

  • Coppia ferrarese (I.G.P.)
  • Pagnotta del Dittaino (D.O.P.)
  • Pane casareccio di Genzano (I.G.P.)
  • Pane di Altamura (D.O.P.)
  • Pane di Matera (I.G.P.).