17 Luglio 2017

Clima tropicale: i danni nei campi salgono a due miliardi

Clima tropicale e danni in agricoltura: purtroppo sono saliti a circa due miliardi le perdite provocate alle coltivazioni e agli allevamenti, da un andamento climatico del 2017 del tutto anomalo. Il clima tropicale di questo periodo è stato classificato tra i più caldi e siccitosi da oltre 200 anni e ha comportato anche disastrosi incendi e violenti temporali che si sono abbattuti a macchia di leopardo. Questi dati sono emersi dal Dossier Coldiretti presentato dal presidente Roberto Moncalvo durante l'Assemblea Nazionale per il primo focus sull’impatto sull’agricoltura nazionale dall’eccezionale situazione climatica. Nel campi coltivati lungo tutta la Penisola con il caldo tropicale e la crisi idrica per gli agricoltori è sempre più difficile ricorrere all’irrigazione di soccorso per salvare le produzioni, dagli ortaggi alla frutta, dai cereali al pomodoro da industria, ma anche i vigneti e gli uliveti e il fieno per l’alimentazione degli animali per la produzione di latte con l’allarme siccità che si è ormai esteso ad oltre i 2/3 della superficie agricola nazionale, con maggiori costi e danni in tutte le regioni anche se con diversa intensità.

Violenti nubifragi con trombe d'aria e grandine a macchia di leopardo hanno fatto peraltro salire in conto dei danni all'agricoltura, stremata dalla siccità in una pazza estate segnata dal rincorrersi di eventi estremi con il divampare di incendi che hanno colpito non solo boschi, ma anche animali allevati, pascoli, vigneti e uliveti con un impatto devastante sull’ambiente, l’economia, il lavoro e il turismo.

Lombardia
Le perdite provocate dalla siccità ammontano a circa 90 milioni di euro, i due terzi dei quali legate a perdite produttive su mais e frumento, mentre il resto è diviso tra il calo nella produzione di latte, a causa delle alte temperature, e l’aumento dei costi energetici per le irrigazioni e per la ventilazione nelle stalle.

Piemonte
A soffrire sono soprattutto le province di Cuneo, Asti e Alessandria dove il caldo tropicale di questi giorni sta aggravando la situazione idrica degli alpeggi. La campagna cerealicola sta facendo registrare rese inferiori del 30%, per le coltivazioni foraggiere è andato a compimento solo il primo taglio, con danni almeno del 50%. Forti timori per la raccolta di frutta, uva e nocciole.

Liguria
Vivono con il terrore degli incendi, considerata la conformazione del territorio, gli agricoltori di questa regione che risentono della siccità soprattutto per gli oliveti dell’Imperiese, soggetti alla cascola dei frutti e nelle zone irrigue di Andora ed Albenga, dove soffre anche la coltivazione del pregiato basilico genovese.

Veneto
Dal mese di aprile, la Regione ha emesso tre ordinanze sullo stato di crisi per siccità allo scopo di contingentare l’acqua. Gli agricoltori, secondo la Coldiretti, sono costretti a bagnare la soia, il mais, barbabietola, tabacco oltre a tutte le orticole, comprese le frutticole già in emergenza, ma anche i prati stabili con conseguente aggravio dei costi di produzione. Preoccupa anche il cuneo salino che interessa una zona del Polesine di circa 62.000 ettari pari al 10% della superficie regionale particolarmente vocata tra l’altro agli ortaggi.

Trentino Alto Adige
Qui la produzione del primo taglio di fieno è stata falcidiata del 30%, ma la siccità ha fatto ulteriori danni dopo quelli, gravissimi, provocati dalle gelate con perdite anche del 100% in alcune aziende frutticole della Val di Non, della Val di Sole e della Valsugana.

Friuli Venezia Giulia
Lo stato di “sofferenza idrica” è stato sancito dalla Regione.

Emilia Romagna
In questa regione, la dichiarazione dello stato di emergenza riguarda le zone di Parma e Piacenza dove si registrano danni, soprattutto a pomodoro da industria, cereali, frutta, ortaggi, barbabietole e soia, per oltre 100 milioni di euro, ai quali se ne aggiungono altri 50 per i nubifragi, le grandinate e il vento forte.

Toscana
Oltre 200 milioni di euro è la stima dei danni da siccità all’agricoltura stimati da Coldiretti in in questa Regione dove è stato dichiarato lo stato di emergenza. Solo la perdita di prodotto per grano tenero e duro è valutata in circa 50 milioni di euro; altri 35 milioni sono i danni al mais, altre foraggere e girasole, ma guasti da quantificare sono destinati a riguardare anche i vigneti e gli oliveti.

Marche
Qui si stima un danno di circa 30 milioni di euro. A soffrire sono un po’ tutte le colture a partire dai foraggi per l’alimentazione degli animali, con crolli di produzione stimati fino al 50%. Situazione difficile pure per il mais e il girasole, con cali previsti intorno al 30%, ma è emergenza pure nelle stalle con le mucche che a causa dello stress da caldo stanno producendo fino al 20% di latte in meno.

Umbria
Danni stimati approssimativamente in oltre 60 milioni di euro, dove il calo delle precipitazioni porterà a una diminuzione delle rese di grano e orzo (-30/40% circa, con picchi anche del 60% in alcune zone) e per i foraggi (-50%, con secondo taglio a rischio), ma anche della produzione di girasole, olio e miele (-50%).

Lazio
Qui i danni maggiori si registrano a Latina, dove sono compromessi fino al 50% i raccolti di mais, ortaggi, meloni, angurie. Complessivamente i danni – tra investimenti sostenuti per le semine, aggravio di spese per gasolio o corrente per irrigare, mancata produzione diretta di foraggio per gli allevamenti e mancato reddito – si attestano tra 90 e i 110 milioni di euro.

Campania
La lunga siccità ha messo a dura prova tutte le province della Regione che ha chiesto al Governo di dichiarare lo stato di calamità naturale. Coldiretti stima che i danni possano ammontare a circa 200 milioni di euro, ma occorrerà attendere la fine dell'estate per comprenderne la reale dimensione.

Abruzzo
Nella sola Marsica che contribuisce a generare il 25% del Pil agricolo con 13.000 ettari coltivati, si stimano perdite di ricavo, legate alla produzione orticola, all’olivicoltura e alla zootecnia, di circa 200 milioni di euro con conseguenti ripercussioni sull’intera economia regionale.

Molise
Dighe ai minimi storici, dove numerosi comuni hanno emanato ordinanze “anti spreco” per salvaguardare le risorse idriche.

Puglia
La prolungata siccità ha già causato la perdita di 140 milioni di euro di grano, pomodori da industria e ortaggi e, se non dovesse piovere ancora per settimane, troverà conferma il calo di oltre il 30% di produzione di olive. Soffrono anche gli agrumeti, i vigneti di uva da tavola e da vino.

Basilicata
Grossi problemi di siccità nel Metapontino, con notevoli danni alle colture frutticole, agrumicole e orticole, e nella zona della val d’Agri e del Vulture alla viticoltura e alla orticoltura di fine estate. Coldiretti chiederà lo stato di calamità.

Calabria
In difficoltà l’ulivo con perdite medie del 35/40% e la viticoltura con circa un 15% di grappoli bruciati per eccesso di caldo e siccità, mentre in forte difficoltà sono i pascoli per bovini e i ed ovicaprini con forte diminuzione di produzione di foraggi sui prati permanenti. Aumento del costo delle irrigazioni straordinarie sugli ortaggi in pieno campo, in serra e per la frutticoltura e in diversi territori anche nei vigneti. In totale la stima dei danni tra maggiori costi e minore produzione raggiunge i 310 milioni di euro: la Regione ha avviato le procedure per la richiesta al Ministero delle politiche Agricole il riconoscimento della calamità.

Sicilia
Costi triplicati per chi è costretto a irrigare i campi con l’acqua che, in alcune zone agricole del catanese, non arriva a causa di una rete colabrodo.

Sardegna
Coldiretti ha stimato una riduzione del 40% delle produzioni agricole e quantificato in 120 milioni di euro le perdite per tutti i settori agricoli. Gli allevatori sono rimasti senza pascoli, hanno raccolto il 50% del fieno, e subito un drastico calo delle produzioni di latte. La raccolta del grano è stata inferiore del 25%. La Giunta Regionale ha adottato una delibera per chiedere lo stato di calamità naturale per tutto il territorio regionale, comprese le zone irrigue.