Cibo e futuro sono argomenti strettamente collegati e le sfide all’accesso al cibo nel prossimo futuro riguardano tutto il pianeta. Gli sforzi messi in campo dalla comunità internazionale non devono concentrarsi solo sull’aumento della capacità produttiva, ma alla complessiva revisione dell’attuale modello di food system globale. La produzione di cibo deve tornare ad essere un’attività che coniuga esigenze ambientali, sostenibilità economica e responsabilità sociali. Crediamo infatti che il sistema troverà il suo equilibrio passando a una logica partecipativa nella distribuzione del valore aggiunto tra tutti gli stakeholder, valorizzando le dimensioni materiali e immateriali delle culture e delle comunità locali. E’ necessario quindi sottrarre alle sole logiche del mercato la produzione di cibo e rimettere al centro il valore delle produzioni di qualità per aprire una riflessione aperta e condivisa su tutta la filiera produttiva dell’alimentazione. Il patrimonio agroalimentare italiano non può più essere un semplice escamotage che viene utilizzato da altri settori, come la logistica, il branding e la finanza, per generare valore economico. Il cibo, bene primario per la vita umana, non nasce dai fornelli, ma dall’incontro tra la natura ed il lavoro dell’uomo.
Per questo - con il supporto scientifico e metodologico del team Rural Hack è partita una "chiamata alle armi" delle migliori menti scelte tra i giovani contadini innovatori italiani. I primi 100 giovani agricoltori si sono incontrati questo weekend nel Villaggio delle Idee all’interno del Villaggio Coldiretti per disegnare insieme il programma delle prossime tappe sotto la guida di Alex Giordano, docente dell’Università Federico II° di Napoli, direttore scientifico del progetto Rural Hack e considerato uno dei massimi esperti internazionali di innovazione sociale e tecnologica applicato al comparto dell’agrifood e delle comunità rurali. Nelle 3 giornate di lavoro (documentate qui e qui) è stato infatti disegnato il manifesto del futuro del cibo che sarà generato incontrando oltre 1000 giovani innovatori rurali in giro per le prossime tappe del Villaggio. Un manifesto che non vuole essere l’ennesimo esercizio di marketing narrativo, ma un documento serio e fruibile su quelle che saranno le politiche per il cibo del futuro scritto da chi il cibo lo fa realmente.
Un percorso organizzato e vissuto con la generazione dei millennials per dare un contributo non manicheo per re-immaginare il futuro del food con nuove proposte che, integrando il digitale e le nuove tecnologie, recuperano i saperi, vecchi e nuovi in un rapporto che non può essere separato dai destini e dalle volontà delle comunità locali. I quattro tavoli di lavoro dedicati alle tematiche della sostenibilità ambientale, della sostenibilità sociale, della sostenibilità economica e delle tecnologie abilitanti hanno generato queste tematiche che saranno oggetto delle future investigazioni:
Lo spirito con cui sono e saranno co-generati in ogni tappa questi punti, sarà quello di far tornare l’agricoltura ad essere mezzo di condivisione con la propria comunità, un canale fondante per la trasmissione della cultura e della tradizione, e non più strumento per la mera produzione alimentare. L’intento è mettere a frutto le potenzialità e peculiarità delle esperienze innovative nel settore agroalimentare che rappresentano il tentativo di conciliare il recupero di un’etica comunitaria, la ricerca delle proprie radici, il recupero di certi valori, l’innovazione non come propaganda tecnicista, ma come necessità di scegliere qual’è il futuro migliore per noi e per le generazioni future. Le premesse sono delle migliori, l’appuntamento è a Napoli prossimi 17, 18 e 19 novembre dove partiranno i lavori per la generazione del manifesto per il cibo del futuro!