1 Marzo 2017

Carnevale, dodici milioni di chilogrammi di dolci da smaltire

Carnevale tra divertimento e dolci: è terminato il periodo più "divertente" dell'anno lasciando agli italiani, circa 12 milioni di chili di dolci tipici della tradizione da smaltire. Tantissime le golosità realizzate, per la maggior parte, con ingredienti semplici, ma allo stesso tempo molto calorici quali la farina, lo zucchero, il burro, il miele e le uova. Un Carnevale attento, come sempre, alle tradizioni mangerecce: dalle classiche frittelle e castagnole, alle frappe, le chiacchiere e tutte le altre specialità regionali che sono state gustate dagli italiani nelle proprie case, nei negozi, nelle varie feste e nelle piazze durante tutto il periodo caratterizzato da maschere e coloratissimi coriandoli.

Non solo i dolci tipici della tradizione, ma anche il settore enogastronomico ha contribuito in maniera sostanziale ad alimentare il business del Carnevale che, secondo la Cna, è un comparto che non conosce crisi e muove a livello nazionale un indotto da oltre duecento milioni. Le abbuffate di berlingozzi all'anice e cenci in Toscana, la golosa cicerchiata in Abruzzo, brugnolus e orillettas in Sardegna, galani in Veneto, sfrappole in Emilia Romagna, bugie in Liguria, chiacchiere in Basilicata, struffoli e il classico sanguinaccio in Campania, crostoli in Friuli, frappe e castagnole nel Lazio, pignolata in bianco e nero in Sicilia e grostoi in Trentino, sono state favorite anche da una sostanziale stabilità dei prezzi rispetto allo scorso anno, ma anche dal ritorno al fai da te casalingo.

Secondo l’indagine condotta dal sito Coldiretti quasi un italiano su tre (31%) ha preparato i dolci di carnevale rigorosamente in casa, mentre il 41% li ha acquistati dal fornaio o dal pasticcere di fiducia e solo il 2% dichiara di aver scelto i prodotti commerciali già confezionati. Va segnalato peraltro che nonostante la crescente attenzione alla forma fisica e alla dieta solo il 26% degli italiani dichiara di essersi privato delle golosita’ della festa.