3 Maggio 2018

Brexit: l’agricoltura paga il conto con il -9,5%

A pagare il conto della Brexit non può essere l’agricoltura che è un settore chiave per vincere le nuove sfide che l’Unione deve affrontare, dai cambiamenti climatici, all’immigrazione, alla sicurezza. È quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel commentare la proposta della Commissione Ue sul primo bilancio pluriennale dopo l’uscita della Gran Bretagna, che prevede una riduzione complessiva per le spese di Politica Agricola Comune (PAC) che ammonta al 9,5% a prezzi correnti.  Indebolire l’agricoltura, che è l’unico settore realmente integrato dell’Unione, significa minare le fondamenta della stessa UE in un momento particolarmente critico per il suo futuro. Il taglio dei fondi destinati all’agricoltura (Pac) nel bilancio per l’Unione Europea è insostenibile per le imprese e per i cittadini europei che per il 90% sostengono la politica agricola a livello comunitario per il ruolo determinante che essa svolge per l’ambiente, il territorio e salute, secondo la Consultazione pubblica promossa dalla stessa Commissione europea. Garantire un equo tenore di vita per gli agricoltori è un’esigenza fondamentale per la maggioranza dei cittadini (88%) che sottolineano come gli agricoltori ricevano solo una piccola quota del prezzo finale al consumo dei prodotti alimentari (97%).  “Un indirizzo importante nelle scelte per il futuro della Politica Agricola Comune (Pac) dove però occorre cambiare  rafforzando tutte le misure che escludono la “rendita” e premiando chi vive di agricoltura per puntare su un’assegnazione degli aiuti che consideri anche il contributo alla sostenibilità sociale e quindi all’occupazione, da parte delle imprese agricole”, ha aggiunto il presidente della Coldiretti nel sottolineare l’esigenza di “valorizzare la distintività delle produzioni di cui la tracciabilità dell’origine e l’etichettatura sono i principali strumenti per recuperare valore sul mercato”.