3 Febbraio 2015

Ambiente: riscaldamento globale e siccità, Made in Italy si reinventa

I cambiamenti climatici in corso stanno portando a drastiche conseguenze ambientali che sono ormai sotto gli occhi di tutti. Ne è esempio la progressiva siccità nel sud del Brasile, che molti studiosi hanno fatto risalire al riscaldamento globale, che vede tra le varie cause la deforestazione della foresta amazzonica.
Nel dossier The Future Climate of Amazonia, lo scienziato Antonio Nobre del Brazilian National Space Research Institute ha confermato la correlazione tra deforestazione tropicale e la desertificazione di alcune aree meridionali del Brasile e del nord dell’Argentina, che rischia di essere colpita a sua volta dalla piaga della siccità.

Proprio la tutela e la gestione dei terreni sarà un tema centrale del 2015, che è stato proclamato dall’Onu, durante la 68° Assemblea Generale delle Nazioni Unite del 20 dicembre 2013, l’International Year of Soils, ovvero l’anno internazionale dei suoli.
Uno degli scopi di questa iniziativa è la maggiore consapevolezza circa il ruolo fondamentale del suolo per il benessere umano: dall’importanza per la sicurezza alimentare, alla mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici. Un altro obiettivo primario è quello di promuovere politiche e azioni efficaci per una gestione del suolo che – come dichiarato da Graziano da Silva, direttore generale della FAO – contribuisca ad uno sviluppo sostenibile, nonché alla protezione delle risorse dei suoli.

Il progressivo riscaldamento globale sta avendo gravi conseguenze anche sull’agricoltura e sui prodotti tipici Made in Italy. L’Italia ha infatti assistito ad un 2014 caratterizzato da intense piogge e temperature anomale: l’anno appena trascorso ha battuto tutti i record italiani, classificandosi come il più caldo della storia dal 1880, ovvero da quando esistono i rilevamenti climatici. È risultato inoltre un anno particolarmente piovoso, con il 16% di pioggia in più rispetto alla media. Secondo i dati Isac Cnr, i cambiamenti climatici a cui stiamo assistendo sono la causa dello sconvolgimento delle stagioni, con pesanti effetti sulla natura.
Il connubio di caldo anomalo e pioggia ha infatti avuto conseguenze negative sui raccolti Made in Italy, che hanno registrato un crollo produttivo su molti prodotti alla base della dieta mediterranea: dall’olio d’oliva (-35%) al miele (-50%), dagli agrumi (-25%) al vino (-15%).

Di fronte alla numerose avversità causate dai cambiamenti climatici, gli italiani hanno dimostrato ingegno e spirito di iniziativa, rispondendo alle difficoltà con idee innovative. Sono sempre più numerosi i giovani produttori agricoli che hanno deciso di investire in colture inedite nel Bel Paese. Tra le nuove produzioni, che fino a pochi anni fa non erano mai state coltivate in Italia, troviamo soprattutto frutti tipicamente tropicali, come ad esempio avocado e banane.
La siciliana Letizia Marcenò, sfruttando a suo vantaggio il clima quasi tropicalizzato dell'isola, è diventata da ormai 2 anni produttrice di banane Made in Sicily di eccellente qualità.
L’avocado è stato invece il protagonista degli Oscar Green 2014, che nella sezione regionale della Sicilia ha avuto come vincitore Andrea Passanisi, giovane coltivatore Coldiretti, che di ritorno da un viaggio in Brasile ha deciso di diventare produttore di avocado biologico.