15 Settembre 2017

Alimentare: per non confondere i consumatori non chiamatelo uovo vegano

Non chiamatelo uovo vegano per non creare confusione e ingannare i consumatori sulle reali caratteristiche del nuovo prodotto. E’ quanto si afferma in riferimento al brevetto numero 100 dell'Università di Udine, che secondo i ricercatori ha l'aspetto e le caratteristiche organolettiche di un uovo sodo di gallina, ma è interamente prodotto con ingredienti di origine vegetale. Per valorizzare il risultato della ricerca senza cadere nell’equivoco delle fake news occorre rispettare il recente pronunciamento della Corte di Giustizia Europea sul fatto che "i prodotti puramente vegetali non possono, in linea di principio, essere commercializzati con denominazioni, come latte, crema di latte o panna, burro, formaggio e yogurt, che il diritto dell'Unione riserva ai prodotti di origine animale" anche se “tali denominazioni siano completate da indicazioni esplicative o descrittive che indicano l'origine vegetale del prodotto in questione". I prodotti vegetariani e vegani non possono pertanto essere chiamati con nomi di alimenti di origine animale per difendere dall’inganno il 7,6% di italiani che segue questo tipo di dieta.

In particolare, per quanto riguarda il latte, la confusione generata dall’uso della parola latte per bevande vegetali inganna i consumatori e fa chiudere le stalle: un esempio sono quelle alla soia, che hanno raggiunto in Italia un valore al consumo di 198 milioni di euro con un incremento del 7,4% nell’ultimo anno. Un mercato spinto dalle intolleranze, ma alimentato anche dalle fake news diffuse in rete secondo le quali il latte sarebbe dannoso perché è un alimento destinato all’accrescimento di cui solo l’uomo, tra gli animali, si ciba per tutta la vita. In realtà il latte di mucca, capra o pecora rientra da migliaia di anni nella dieta umana, al punto che il genoma si è modificato per consentire anche in età adulta la produzione dell’enzima deputato a scindere il lattosio, lo zucchero del latte.