3 Dicembre 2015

Agricoltura, pomodoro Made in Italy: record di vendite negli USA

Successo per la nostra agricoltura: le esportazioni di conserve di pomodoro italiane hanno fatto registrare un aumento record del 20% delle vendite in valore negli Stati Uniti, che nel 2015 sono il primo Paese di destinazione della pummarola Made in Italy fuori dall’Unione. E’ quanto emerge da un’analisi Coldiretti presentata in occasione dell’Assemblea di Anicav, l’Associazione nazionale industrie delle conserve vegetali. All’estero si registra un andamento positivo per le conserve di pomodoro nazionali, con un aumento medio a livello mondiale delle esportazioni del 6% nei primi 8 mesi del 2015 rispetto all’anno precedente.
”Questi sono i risultati tanto attesi dai giovani agricoltori di Coldiretti – ha dichiarato la Delegata Nazionale dei Giovani di Coldiretti, Maria Letizia Gardoni - il successo delle vendite all’estero, di un prodotto-simbolo del Made in Italy come il pomodoro, è la conferma che tutte le mobilitazioni, tutte le nostre battaglie a difesa del buono italiano sono state funzionali. Pomodoro, latte, olio extravergine d’oliva sono prodotti simbolo di un’agricoltura vera e, fatta con passione: questo successo rappresenta un punto fermo per tutti quei giovani che proprio in questo momento, di ripresa economica, hanno deciso di investire il proprio futuro, nel settore agricolo”.

“E’ il risultato della spinta della ripresa economica, del tasso di cambio favorevole e dell’effetto propulsivo di Expo” ha sottolineato il Presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel ricordare che anche la First Lady Michelle Obama nella sua visita in Italia, ha affermato che con “un pacco di pasta, pomodoro e basilico in trenta minuti si realizza un pasto delizioso”.

Il pomodoro italiano - ha precisato Moncalvo - ha tutte le caratteristiche per cogliere le nuove tendenze dei consumi a livello internazionale, che premiano l’identità de Made in Italy e le proprietà salutistiche della dieta mediterranea di cui è un componente fondamentale.
Per non sperperare il patrimonio di credibilità conquistato - ha continuato Moncalvo - occorre lavorare su legalità e trasparenza con l’estensione a tutti i derivati, dal concentrato ai sughi pronti, dell’obbligo di indicare la provenienza del pomodoro, già in vigore in Italia per le passate. Una esigenza di fronte all’aumento del 567% nei primi otto mesi delle importazioni di concentrato di pomodoro dalla Cina che è diventato il primo fornitoreSenza dimenticare la necessità di superare le barriere doganali ancora presenti in alcuni importanti Paesi, come gli Stati Uniti, dove a limitare la competitività sulle conserve di pomodoro italiane sono i pesanti dazi che sono ancor più inaccettabili alla luce dell’avvio del negoziato sul libero scambio (TTIP).

Secondo recenti analisi, le conserve di pomodoro sono una delle punte dell’agro-alimentare italiano, con una fortissima propensione all’export, visto che circa il 60% dei derivati è destinato ai mercati internazionali. La produzione totale Italia nel 2015, è stata stimata in 5,2 milioni di tonnellate di pomodoro fresco con un aumento del 7% rispetto al 2014, che generano un fatturato di 3 miliardi di euro in un sistema che dà lavoro a 8 mila produttori agricoli e 10 mila addetti nella parte industriale, che vede impegnate 110 industrie e 54 Organizzazioni dei Produttori. Il pomodoro è il condimento maggiormente acquistato dagli italiani, che ne consumano circa 35Kg a testa all’anno a casa, al ristorante o in pizzeria.

Ad essere preferiti, sono stati nell'ordine:

  • passate
  • polpe (o pomodoro a pezzi)
  • pelati
  • concentrati.