27 Ottobre 2016

Agricoltura, il grano italiano è a rischio d’estinzione

Agricoltura in allarme: si teme, infatti, l'estinzione del grano italiano, a causa delle speculazioni, che hanno praticamente dimezzato le quotazioni su valori più bassi di 30 anni fa con la perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro e il rischio desertificazione per quasi 2 milioni di ettari, il 15% della superficie agricola nazionale, che si trovano peraltro soprattutto nelle aree più difficili del Paese.

Le speculazioni di cui parliamo, sono quelle che nell’ultimo anno hanno provocato il crollo del prezzo del grano duro destinato alla pasta che si è dimezzato (-43%), mentre si registra un calo del 19% per quello del grano tenero, destinato alla panificazione con i compensi degli agricoltori, che sono tornati ai livelli di 30 anni fa.

Il risultato è che oggi il grano duro per la pasta, viene pagato sotto i 18 centesimi al chilo, mentre quello tenero per il pane è sceso addirittura ai 16 centesimi al chilo, su valori al di sotto dei costi di produzione e con un “crack” da 700 milioni di euro per il Granaio Italia. In pericolo, non ci sono solo la produzione di grano Made in Italy, e la vita di oltre trecentomila aziende agricole che lo coltivano, ma anche un territorio di 2 milioni di ettari a rischio desertificazione e gli alti livelli qualitativi per i consumatori garantiti dalla produzione Made in Italy. L’Italia è il principale produttore europeo di grano duro, destinato alla pasta con 4,8 milioni di tonnellate su una superficie coltivata, pari a circa 1,3 milioni di ettari, ma sono ben 2,3 milioni di tonnellate di grano duro che arrivano dall’estero e, di queste oltre la metà – per un totale di 1,2 milioni di tonnellate – arrivano dal Canada.

"Piano cerealicolo,  contratti di filiera ed etichettatura d'origine - dichiara Maria Letizia Gardoni, Presidente dei giovani agricoltori di Coldiretti - sono gli strumenti necessari per evitare l'estinzione del grano italiano".