6 Marzo 2014

Esecutivo Nazionale: intervista a Ignazio Gibiino

Ignazio Gibiino, già Delegato provinciale di Agrigento e Delegato regionale Sicilia, entra a far parte del nuovo Esecutivo nazionale guidato da Maria Letizia Gardoni, Presidente Coldiretti Giovani Impresa.
All'indomani del nuovo incarico il giovane imprenditore agricolo traccia il futuro dell'agricoltura italiana e dice la sua sui giovani e il mondo Coldiretti.

 

Staff Giovanimpresa: Da Delegato Regionale a membro dell’esecutivo nazionale. Come cambia la tua vita di associato?

Ignazio: Sin da piccolo ho respirato l'aria di Coldiretti, mio nonno prima e mio padre dopo sono stati due soci storici della sezione comunale dei "Coltivatori Diretti" del mio paese, Naro nell'Agrigentino. Mio padre tra l'altro è stato pure presidente di sezione. Nel 2010 poi, ho fatto richiesta di partecipare agli incontri provinciali di Giovani Impresa, ma mai avrei potuto pensare di intraprendere il percorso che oggi sto percorrendo. Poter dare in prima persona il mio contributo fattivo all'agricoltura, ai giovani ma soprattutto alla "mia" Coldiretti mi riempie il cuore di gioia e mi carica allo stesso tempo di una grande responsabilità.  E' trascorso quasi un anno dal giorno in cui sono stato eletto delegato regionale, ma mai ho vissuto Giovani Impresa con lo stesso spirito come in questi giorni, l'impegno di far parte dell'esecutivo nazionale mi fa andare avanti come un treno, dedicandomi continuamente a cogliere spunti e a conoscere meglio il mondo che gira attorno alla delega che ho ricevuto, riconoscendone la delicatezza del tema, ma allo stesso tempo la necessità di non potere stare lì a guardare.

Staff Giovanimpresa: Cosa ti ha portato a intraprendere il percorso di giovane imprenditore agricolo?

Ignazio: Dopo aver sostenuto gli esami di maturità classica, ero molto combattuto per la scelta della strada che avrei dovuto intraprendere. La mia passione era quella di fare il medico, anche se non so realmente se ne ero proprio convinto, e per questo provai il test di accesso alla facoltà di medicina. Fortunatamente non entrai. Quindi decisi di iscrivermi alla facoltà di Agraria, con l'obiettivo di dedicarmi, dopo la laurea, all'azienda di famiglia. Quell'obiettivo oggi è la mia vita. Non rimpiango minimamente la scelta che ho fatto perché l'agricoltura mi sta dando tanto.

Staff Giovanimpresa: Qual è il contributo che senti di poter dare al nuovo esecutivo guidato da Maria Letizia?

Ignazio: Se dicessi che ce la metterò tutta, direi veramente poco per il livello raggiunto oggi da Giovani Impresa. L'impegno, la costanza, la presenza e l'approfondimento sono tutti elementi importanti per un buon gioco di squadra ed io spero di poterli garantire sempre affinché Giovani Impresa possa restare quel punto di riferimento forte per tutti quei giovani che dell'agricoltura hanno fatto il loro principio di vita. Credo tantissimo nella Coldiretti ed ora più che mai mi sento parte integrante e responsabile dell'azione e dei progetti che quotidianamente porta avanti per una agricoltura migliore e più giusta per chi ci lavora.

Staff Giovanimpresa: Che delega hai all’interno dell’Esecutivo?

Ignazio: La delega che mi è stata affidata e che ho accettato di buon grado è quella che riguarda la Legalità e l'Occupazione. Sono due temi abbastanza delicati e più che mai attuali.

Staff Giovanimpresa: Secondo te cosa possono fare i Giovani di Coldiretti per l’agricoltura italiana?

Ignazio: I giovani di Coldiretti, oggi più che mai, hanno un ruolo fondamentale per la nostra agricoltura. Se consideriamo l'evoluzione che il settore primario ha avuto negli ultimi anni, penso che solo i giovani abbiano la possibilità di poter interpretare seriamente il cambiamento. Noi rappresentiamo il futuro del nostro paese e della nostra agricoltura e quindi abbiamo il diritto e il dovere di dare un contributo forte alle decisioni che a diversi livelli interessano il nostro settore. Con la nostra costante attività dobbiamo seminare il seme dell'innovazione, facendo capire ai nostri coetanei che multifunzionalità e innovazione sono le due parole vincenti per la buona riuscita della propria attività d'impresa.

Staff GiovanImpresa: Su quali assi di sviluppo dovrebbe puntare l’agricoltura di domani?

Ignazio: Siamo già all'inizio di una nuova visione riformista del settore agricolo, caratterizzata da temi forti dai quali, in futuro, non si potrà assolutamente prescindere sia in termini di ricerca che di sviluppo. L'agricoltura, negli anni a venire, dovrà seriamente rispondere alle aumentate  necessità alimentari della popolazione mondiale, in costante aumento,  alla quale, per ovvie ragioni, non corrisponde  un aumento delle superfici coltivabili. La ricerca in questo senso ha un ruolo importante, ma allo stesso tempo sono convinto che gli ogm non siano la risoluzione a questa necessità.
L'agricoltura deve rispondere, inoltre, alle necessità di sostenibilità ambientale che sotto certi aspetti potrebbe sembrare antitetico rispetto alle aumentate esigenze alimentari, è questa infatti una delle più importanti sfide che chi fa ricerca deve porsi innanzi. All'interno delle logiche del mercato globale, l'agricoltura europea deve acquisire una maggiore competitività ed efficienza, ottenibile grazie ad una seria ricerca scientifica.

Staff Giovaimpresa: Qual è il consiglio che senti di dare a un giovane in procinto di avviare un’azienda agricola?

Ignazio: Mi sentirei di dire, come prima cosa, che fare l'agricoltore, oggi, deve essere una scelta di coscienza e non di certo un ripiego alla mancanza d'occupazione.  Alla stregua di tanti mestieri, quello agricolo è sicuramente molto pesante, o forse il più pesante, sotto molteplici punti di vista e pertanto  solo chi è dotato di una forte passione, forza di sacrificio e voglia di fare può riuscire. Se si pensa di avere queste caratteristiche allora ci si può  imbattere nel meraviglioso mondo dell'agricoltura, altrimenti il mio consiglio è di dirigersi su altri fronti.
L'azienda agricola che oggi riesce a vincere meglio le sfide del mercato è quella che si propone di essere multifunzionale, che sappia produrre bene i frutti della terra e che allo stesso tempo sappia offrire ottimi servizi alla collettività.
E' fondamentale che l'imprenditore si svincoli definitivamente da quelli che erano i vecchi canoni del fare impresa, fortemente legati alla mera attività produttiva. Questo è lo spirito giusto per ben iniziare.